Le piante di pomodoro amano crescere abbrancate a dei tutori, e nell’orto ho posizionato dei sostegni a forma di cavalletto, con rami verticali lunghi oltre due metri, che si incrociano a due a due a circa 180 centimetri da terra. Un ramo orizzontale posto sopra collega tutte le coppie e forma una struttura leggera e solida.
I rami derivano dalla potatura dei miei due aceri, che ogni anno cacciano dei nuovi getti sufficientemente robusti per reggere i pomodori. Con un paletto e un martello ho ricavato dei fori nel terreno, e inserito i rami verticali. Quest’anno ho introdotto una novità: mi sono limitato a togliere le foglie secche dai rametti laterali, che però ho lasciato al loro posto. I rametti laterali, sottili e flessibili, sono serviti quali legami naturali per fissare il ramo orizzontale alle coppie verticali. Insomma – come si vede in primo piano nella foto – non ho utilizzato alcun tipo di corda, cordicella o fascetta fabbricata da altri.
La tecnica dei legami costruiti con rametti flessibili è utilizzata in agricoltura da tempo immemorabile e, a quanto ricordo, l’ho appresa e memorizzata da ragazzo osservando dei contadini al lavoro nella vigne. Questa è tecnologia allo stato puro, efficace ed economica, ed è perfettamente democratica, perché può essere applicata da chiunque senza la necessità di dover acquistare qualche cosa. Non solo, i rametti laterali che ho lasciato lungo i rami verticali serviranno ad abbracciare le piante di pomodoro nella loro crescita e a sostenere il peso dei frutti.
L’intera struttura di sostegno è stata prodotta completamente in maniera autonoma, e deriva totalmente dagli aceri del mio giardino, che ogni anno provvedo a potare. Sostegni a chilometro zero, che hanno richiesto solo l’energia delle mie mani per la loro fabbricazione.
I legami naturali fatti con i rametti hanno consentito l’eliminazione di ogni elemento artificiale, anche piccolo, e dunque non producono alcun tipo di inquinamento. In questo modo ho potuto fare a meno anche delle ultime strisce di plastica che avevo utilizzato l’anno passato e che ben difficilmente possono essere riciclate.
Le soluzioni tecnologiche più avanzate ed ecologiche sono, alle volte, sotto il nostro naso, e sono magari collaudate e impiegate da millenni.
Riproduzione riservata